Cos’è la psicoterapia
La psicoterapia è un tipo di pratica clinica che consiste nel trattare disturbi di tipo psicologico o psicopatologico.
E’ la terapia della parola, nel senso che la persona, attraverso il racconto dei propri ricordi e stati d’animo o accadimenti del quotidiano, con l’aiuto dello psicoterapeuta, viene accompagnato a prendere consapevolezza dei suoi comportamenti e atteggiamenti.
Grazie alla comprensione di sé e dell’origine del suo malessere ecco che riesce a superare il momento di crisi in cui si trova.
È un percorso che richiede tempo e disponibilità al cambiamento da parte del paziente. Da parte dello psicoterapeuta invece è necessario il rispetto e l’astensione da qualsiasi tipo di giudizio che altrimenti costituirebbe un ostacolo alla comprensione profonda della persona.
Qui di seguito il codice deontologico dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte: codice deontologico degli psicologi.
Quando serve la psicoterapia?
Il percorso di vita di una persona potrebbe vedersi come il corso di un fiume; tutto scorre tranquillamente finché accade qualcosa a perturbarne l’andamento.
Ecco alcuni eventi che potrebbero rappresentare criticità nella vita della persona e possono determinare una significativa perdita di equilibrio:
- cambiamento di ruolo sociale/lavorativo: matrimonio; cambiamento di ruolo lavorativo; diventare genitore; perdita di un genitore; menopausa/andropausa; pensionamento; diventare nonno/a;
- passaggio da un periodo di vita ad un altro (ad es. transitare da un ciclo di scuola all’altro; separazione ecc.);
- l’accadere di un trauma.
Ad esempio spesso anche la nascita di un figlio potrebbe essere causa della perdita di un’ omeostasi della coppia; quando l’evento che determina la perturbazione non riesce ad essere metabolizzato e la coppia non si ristruttura su nuovi equilibri, lo psicologo può essere d’aiuto. - stati ansiosi;
- stati depressivi;
- attacchi di panico;
- disturbi psicosomatici (dermatiti, alopecia, psoriasi, disturbi gastrointestinali, ulcere, cefalee);
- disturbi del comportamento alimentare;
- disturbi del comportamento sessuale, disturbi nevrotici (agorafobia, claustrofobia, nevrosi ossessive, ipocondria, nevrosi traumatiche, disturbi sessuali, ecc.).
I benefici della psicoterapia psicoanalitica
Nel lavoro terapeutico con l’adulto e l’adolescente la tecnica psicoanalitica consente di andare a scardinare nuclei problematici inconsci rimasti irrisolti che determinano i conflitti, quindi sintomi e malessere.
La terapia psicoanalitica permettendo di modificare nel profondo atteggiamenti e comportamenti sbagliati, determina la risoluzione definitiva del conflitto e l’attenuarsi del sintomo.
Come già sosteneva S. Freud l’uso terapeutico della parola è uno dei migliori modi per uscire dal malessere.
Solo conoscendo come funzioniamo e perché, possiamo intravedere la via d’uscita e migliorare il nostro modo di affrontare le relazioni umane, il lavoro, i ruoli sociali, la vita.
Ecco quindi i grandi benefici della psicoterapia psicoanalitica:
- Migliorare le capacità di relazione con gli altri.
- Sciogliere molti dei sintomi specifici noti come ad esempio attacchi di panico, disturbi d’ansia, sindromi depressive, bulimia e anoressia, ecc.
- Costruire una buona relazione sentimentale.
- Affrontare una separazione o un lutto.
- Sostenere e migliorare le capacità genitoriali nei casi di difficoltà nel rapporto con i figli o nei casi di adozione e affidamento.
- Sciogliere le difficoltà lavorative e/o scolastiche.
- Migliorare le capacità di indipendenza e autonomia.
Chi soffre di depressione, attacchi di panico, psicosi o di qualche altro disturbo psichiatrico, può ottenere molti benefici attraverso un percorso di questo tipo.
Come funziona la psicoterapia?
Il trattamento psicoterapeutico prevede sedute con cadenza settimanale o bisettimanale.
Solitamente questo trattamento può essere richiesto direttamente dalla persona oppure viene proposto da me a seguito di una sintomatologia che non permette il normale svolgimento della propria vita, quali i disturbi d’ansia e attacchi di panico, la depressione, le manie, i disturbi ossessivi compulsivi, ecc. Quindi quando la persona non riesce più a condurre una vita serena nè in privato nè in quello lavorativo.
Lo strumento principale è il colloquio psicologico che dura generalmente 45/50 minuti.
Il setting terapeutico è costituito da due poltrone una di fronte all’altra.
La tecnica è quella psicoanalitica, ovvero si lascia il paziente libero di parlare secondo le libere associazioni, esortandolo a dire qualsiasi cosa gli venga in mente anche ciò che reputerebbe non conveniente o di poco conto.
La differenza di intervento riguarda l’età della persona a cui la psicoteria è rivolta.
Quando si tratta di difficoltà riscontrate in bambini, intervengo sui genitori perché spesso il bambino si fa portavoce di un malessere familiare. Quindi l’intervento è indirizzato a sanare l’ambiente in cui il bambino cresce.
Se invece il problema è strutturale al bambino stesso, ovvero manifesta un malessere che è indipendente dalla famiglia, allora invio ad un collega che si occupa nello specifico di bambini.
Se si tratta invece di un adolescente, il percorso è relativamente breve, di solito dura non più di un anno/due.
Si lavora direttamente con il ragazzo/a con il consenso dei genitori visto che è minorenne. Durante il trattamento si coinvolgono anche i genitori a periodi alterni in modo da aiutare a seguire anche da un punto di vista familiare il ragazzo/a.
Nel caso di un adulto invece si lavora senza limiti di tempo. Questo accade in quanto in età adulta la personalità si è ormai strutturata, quindi lo scioglimento dei nodi che ostacolano il benessere della persona è soggettivo. Un trattamento può durare pochi colloqui, lavorando più che altro sul focus del problema, oppure può durare degli anni a seconda della necessità appunto del paziente.
Si può proporre una terapia breve (40 sedute) ad un paziente che non abbia patologie troppo gravi e che abbia capacità introspettive e analitiche. Generalmente le persone che vengono a consulto potrebbero avere bisogno di risolvere un problema in particolare, fare una scelta nella vita, ad esempio cambiare lavoro, o partner, oppure decidere di andare a vivere da soli, o dovere elaborare un lutto ecc. Si decide insieme al paziente come si vuole lavorare: sulla risoluzione del problema, ovvero si dice “lavorare sul focus o domanda”, oppure, se il paziente lo desidera, su una esplorazione più ampia e profonda che corrisponde un pò al “conosci te stesso” affinchè la persona possa essere veramente te stesso.
Durante la raccolta iniziale anamnestica, ove la persona lo richieda espressamente o lo ritenga io stessa necessaria, è possibile avvalersi del supporto psicofarmacologico; quindi invio il paziente a visita da un neurologo o psichiatra con cui collaboro.
Esiste la psicoterapia per gli adolescenti?
Sia nella psicoterapia per adulti che nella psicoterapia per adolescenti, la metodologia seguita segue le stesse modalità precedentemente descritte.
C’è però da precisare che nel caso della psicoterapia rivolta a adolescenti, il primo contatto generalmente avviene da parte dei genitori. Il primo colloquio viene svolto solo con loro in modo da comprendere bene la difficoltà o il problema; se è necessario si fa un secondo colloquio sempre con i genitori.
Dopo questa prima raccolta dati e informazioni decido insieme a loro se il ragazzo/ragazza è disponibile a venire a colloquio. Se il figlio/a è disposto ad intraprendere un percorso esplorativo, dove posso comprendere meglio il suo disagio, allora il lavoro inizia con una frequenza di una seduta o due sedute a settimana.
A cadenza mensile vengono coinvolti anche i genitori per una restituzione del percorso in itinere.
Se invece non fosse disponibile partecipare ai colloqui, allora posso lavorare con i genitori affinchè siano loro stessi ‘terapeutici’ e benefici al figlio/a.
C’è inoltre da precisare che a volte quello che parrebbe essere un problema per i genitori non lo è per i figli e viceversa. A quel punto si esplora il significato che l’evento o il comportamento denunciato ha per la persona, affinché acquisendo significato, non determini più malessere e anzi, superato l’ostacolo, ci si possa relazionare in modo sano.
Spesso il lavoro con gli adolescenti è più breve rispetto al percorso dell’adulto. I ragazzi hanno molte risorse anche quando potrebbe sembrare il contrario (ad es.in alcuni casi di depressione, di ansia, fino a disturbi specifici come nel caso dell’anoressia e/o bulimia) ed in più la loro personalità non si è ancora costruita definitivamente. In questo senso la struttura è ancora flessibile perché è all’interno di un percorso evolutivo.
Inoltre l’ascolto di un adulto competente e non giudicante rappresenta per il giovane un’esperienza di per sé particolarmente gratificante.
Cos’è l’analisi personale?
L’analisi personale prevede una esplorazione profonda di sé e del proprio funzionamento.
A volte è la persona stessa a richiederla spinta da un bisogno di conoscenza profonda di sé oppure per psicologi e medici che vogliano intraprendere una scuola di specializzazione in psicoterapia.
Essa prevede una frequenza di sedute di almeno due alla settimana ed il setting prevede l’uso del lettino, proprio come Freud faceva con i suoi pazienti.
Il fine è quello di creare un ambiente ed un’atmosfera quanto più simile al sogno in cui la persona possa lasciarsi andare completamente alle libere associazioni, lasciando libero l’inconscio di manifestarsi.