Posto che il sintomo è simbolo di un conflitto, possiamo immaginare che questo valga anche per gli stati ansiosi. Certamente non è possibile generalizzare poiché ognuno sviluppa un sintomo ansioso a partire dalla propria esperienza personale. Quindi l’ansia si può manifestare per cause diverse come ad esempio:
- Un forte senso del dovere che ci spinge a fare tutto in modo ‘perfetto’ e in tempi prestabiliti.
- La paura che qualcosa stia per accadere e che sfugge al nostro controllo.
- La paura paralizzante di riprendere a guidare dopo un incidente.
- Il timore incontrollato di insetti, uccelli o animali in genere.
- La paura di parlare in pubblico.
- La paura che possa accadere qualcosa di brutto ai nostri cari.
- Il timore di arrivare in ritardo.
Questi sono solo alcuni esempi di situazioni in cui può svilupparsi ansia. Se facciamo attenzione però in tutti gli esempi riportati compare il termine ‘paura’ ed effettivamente l’ansia nasce come ‘paura’ di qualcosa che arriva dall’interno dell’individuo (pensieri e/o fantasie) o dall’esterno. L’oggetto della paura c’è, ma è indefinito, inconscio; mentre, come si vedrà, negli attacchi di panico l’oggetto sembra non esservi e si parla di ‘terrore senza nome’.
Le persone pensano che l’ansia sia il male da sconfiggere ed in parte lo è, soprattutto quando essa diventa invalidante rispetto al normale procedere della vita. Per invalidante si intende che la persona ne è quasi totalmente paralizzata: non riesce ad andare a lavorare, non riesce a prendersi cura di sé e dei propri famigliari, non può fare progetti sulla propria vita.
Per altri versi però l’ansia rappresenta un valido campanello d’allarme che ci avvisa che qualcosa non va. Mi viene in mente l’esempio di una persona che a causa dell’insoddisfazione che vive nel suo matrimonio inizia a sviluppare ansia perché in fondo vorrebbe cambiare, vorrebbe separarsi, ma ha paura di perdere la stabilità che inizialmente l’aveva spinta nella direzione di una scelta diversa ostacola e blocca il suo pensiero.
La psicoterapia aiuta a compiere due passi importanti nel superare l’ansia:
- Aiuta la persona a comprendere l’oggetto da cui scaturisce il sentimento ansiogeno, come a dire ‘aiuta a stanare il nemico’.
- Accompagna la persona ad affrontare la paura e ciò porta ad una notevole diminuzione dei livelli di ansia.
Normalmente nel momento in cui si dà voce all’emozione sottostante l’ansia, ecco che quest’ultima inizia a diminuire fino ad essere gestita; anzi, la persona impara a riconoscere quei campanelli d’allarme che prima erano totalmente sconosciuti e a controllare quel fiume di emozioni indistinte che prima avrebbero preso il sopravvento.
Come avviene la terapia?
E’ attraverso la sollecitazione del paziente da parte del terapeuta al libero fluire dei pensieri che la persona porta, attraverso i racconti della propria vita, quegli avvenimenti che assumono lentamente peso e significato nell’aver contribuito a fare nascere l’ansia.
Se si vuole avere uno spunto di riflessione, nel caso in cui la persona ha un forte senso del dovere che la spinge a fare tutto in modo ‘perfetto’ e in tempi prestabiliti, si può ipotizzare che abbia una grande paura di perdere il controllo delle emozioni a causa di una qualche fantasia o evento realmente accaduto nella sua vita. A questo proposito mi viene in mente una paziente che in adolescenza ha iniziato a sviluppare un controllo molto rigido rispetto al cibo. Esplorando insieme a lei le motivazioni che l’hanno portata a sviluppare un rigido controllo scopriamo che quando era una bambina sua madre, a causa delle preoccupazioni per l’altra figlia adolescente, spesso perdeva il controllo manifestando comportamenti compulsivi verso il cibo oppure comportamenti isterici con conseguenze anche fisiche (es. svenimenti, pianti convulsi ecc.). Quindi, la paziente, essendosi spaventata delle reazioni esagerate della madre, ha appreso a controllare rigidamente qualsiasi emozioni agendo il controllo principalmente sul cibo. “Non volevo essere come mia madre” dice ripetutamente. Ma si sa, non è possibile eliminare il patrimonio emotivo dalla nostra vita; è ciò che ci rende umani. L’ansia della paziente nasce nel momento in cui il conflitto tra il controllo delle emozioni ed il desiderio di lasciarle andare si fa più intenso. Ad esempio quando si innamora o quando decide di volere cambiare lavoro. Gli eventi esterni pongono la persona di fronte a sentimenti ed emozioni di ogni genere.
In questo caso l’obiettivo della psicoterapia è di riconoscere le emozioni senza temere la perdita del controllo; la paziente infatti, compresa la paura sottostante l’ansia e la sua origine, non vivrà più il suo mondo interno come angosciante e spaventoso, ma imparerà a riconoscere le emozioni e gestirle senza lasciarsene sopraffare.