Non per tutti l’arrivo delle vacanze costituisce un momento di allegria e spensieratezza. In genere si sa che l’arrivo del Natale è atteso soprattutto dai bambini. Babbo Natale e doni sono investiti di ogni genere di fantasia ed emozioni; dall’ansia di scartare i doni, alla felicità di fare scorpacciata di mamma e papà durante le vacanze scolastiche, al piacere di dedicarsi al gioco e alle gite.
A differenza dei bambini per gli adulti questo periodo è un po’ più impegnativo: bisogna pensare ai regali da fare, stabilire pranzi e cene con parenti e amici, ma al contempo sperare di rilassarsi un po’ e godersi un po’ di vacanza dal lavoro.
Per alcune persone però non va proprio. E’ con l’arrivo delle feste che qualcuno precipita in sentimenti di tristezza e di sconforto. I motivi possono essere diversi e naturalmente soggettivi. Un primo motivo potrebbe essere ‘il dovere conformarsi alle attese di tutti’: vuoi che a Natale non ci si diverta a fare i regali? A scartarli? A trascorrere le vacanze dal lavoro con parenti e amici? Il ‘doversi’ conformare al clima spensierato e felice, senza avvertirlo come tale, produce ‘dissonanza cognitiva’, che consiste nel sostenere due pensieri che risultano in contraddizione tra loro e questo genera tensione e disagio. La persona è come se dicesse: “devo essere felice perché è Natale, ma in realtà non penso o non sento di esserlo”. Il disagio che avverte nasce dalla discrepanza tra un ideale, ‘come dovrebbe essere’ e una condizione reale ‘come veramente mi sento’. Accettare di non essere in sintonia con la festa produrrebbe meno contrasto interiore e meno ansia. Quindi bisognerebbe imparare a dirsi: “accetto di sentirmi così, accolgo questo sentimento”.
Secondo uno dei fondamenti della Mindfulness (approccio abbastanza recente che prende spunto dalla meditazione buddista, finalizzato ad aumentare la consapevolezza e il conseguente benessere che ne deriva) è l’accettazione dei propri pensieri ed emozioni ad innalzare il livello di benessere interiore diminuendo così i livelli di stress. Spesso è proprio l’opposizione a certi pensieri o emozioni che emergono nel nostro interno a determinare uno stato di malessere. Opporsi significa giudicare negativamente ciò che emerge dal profondo. Bisogna invece imparare a riconoscere le emozioni che si agitano dentro di noi e lasciarle transitare senza giudicarle, senza reprimerle, così come i pensieri stessi che abitano la nostra mente.
Un altro motivo che potrebbe fare cadere la persona in stati di ansia e sentimenti depressivi è il cambiamento di periodo rispetto al resto dell’anno. Alcune persone risentono molto dell’arrivo del periodo natalizio vissuto come un cambiamento repentino di abitudini quotidiane, che va a interferire con la routine quotidiana, dal cambiamento dell’alimentazione alla sospensione del lavoro durante le vacanze natalizie. Senza contare poi lo stress causato dal dover fare tutto e subito, dall’impegno dei regali, fino all’organizzazione del pranzo di Natale e poi il cenone di Capodanno. Non ultima la pressione esercitata dai mass media, dalla TV che già dal 2 novembre iniziano a bombardare l’attenzione pubblica con le pubblicità sulle feste natalizie. E’ come se dappertutto ci fosse l’inneggiare a ‘compra, compra, compra!’ oppure ‘questo deve essere il Natale o il Capodanno più bello della tua vita!’; basta guardarsi intorno per cogliere la frenesia del clima natalizio. Che ansia! In questo modo è facile sentirsi sotto pressione.
Per altre persone invece la malinconia o depressione avvertita in corrispondenza del Natale è qualcosa di più introspettivo, qualcosa che rimanda proprio ad un vissuto personale e soggettivo. A questo proposito mi viene in mente il romanzo di Charles Dickens “Il canto di Natale”, in cui l’autore differenzia tre spiriti del Natale: quello del passato, del presente e quello del futuro. Nel Natale del passato si rimanda ad una dimensione malinconica e nostalgica di qualcosa o qualcuno che non c’è più; forse la persona ha perso degli affetti importanti durante il suo percorso di vita di cui sente la mancanza; la morte di un genitore ad esempio oppure momenti felici che non torneranno più. Quindi l’individuo associa il Natale alla perdita ed il sentimento prevalente sarà depressivo perché è il sentimento della mancanza a prendere il sopravvento.
Il Natale del presente invece fa riferimento al momento in cui ci fermiamo per via delle vacanze; è un momento in cui ci possiamo prendere del tempo e ascoltare ciò che arriva dal nostro mondo interno che spesso è oscurato dalla routine quotidiana. Se per alcuni questo momento può essere una risorsa, per altri potrebbe costituire una criticità mettersi in contatto con se stessi e con le questioni rimaste in sospeso. Affrontare la fine dell’anno significa anche fare un bilancio di ciò che siamo riusciti a realizzare o raggiungere e questo andrà direttamente ad influenzare l’umore. Quindi ci rattristiamo rispetto a delle aspettative disattese. Consiglio di pensare due cose in questo caso: la prima è soffermarsi sulla effettiva realizzabilità delle mete che eravamo prefissi; a volte ci poniamo degli obiettivi forse poco realisticamente concretizzabili. La seconda è vedere da dove si era partiti in generale nella vita e chiedersi: “io oggi cosa ho?” ovvero soffermarsi a pensare ciò che siamo riusciti a costruire nella nostra vita in generale, non solo considerare l’anno che sta per finire.
Da qui osserviamo direttamente ciò che riguarda il Natale del futuro. A volte tendiamo a caricarci di troppe aspettative e di non facile realizzazione. In tal modo l’ansia potrebbe prendere il sopravvento. Bisognerebbe invece porci dei buoni propositi che sappiamo di poter realizzare. Naturalmente teniamo conto che una certa quota di ansia è normale pensando al futuro perché in esso vi è una dimensione ignota, non lo conosciamo; per quanto buoni siano i nostri propositi non sappiamo cosa accadrà e tutto ciò che non conosciamo spesso incute paura.
A riguardo delle persone che vivono male le feste ed il Natale in particolare ricordo una domanda che mi è stata posta poco tempo fa da una donna di mezza età: “Ogni volta che arriva il Natale mi rattristo perché mi vengono in mente scene dei miei genitori che litigano; come fare a superare tutto ciò?” . Sicuramente molte delle cose che ci vengono alla mente soprattutto in coincidenza delle feste o delle ricorrenze importanti potrebbero rievocare degli episodi traumatici. Sappiamo però che sono ormai eventi passati e che, se riemergono e ci fanno ancora stare male, due possono essere le spiegazioni: una è che forse quegli eventi non sono stati rimossi completamente e quindi solo attraverso un percorso psicoterapeutico possono essere superati e trasformati in ricordi perdendo così la valenza dolorosa e traumatica. La seconda spiegazione potrebbe essere ricercata nel presente, ovvero vedere come mai la persona non riesce a concentrarsi sul presente della sua vita e da cui potrebbe attingere giovamento. Bisogna capire se ha una buona relazione coniugale ad esempio, se ha nipoti o com’è la sua vita adesso. Certo che se questa persona attualmente vive la sua vita in modo insoddisfacente e ci sono motivi per credere che stia vivendo una situazione di disagio tale da comprometterne il benessere generale, bisognerà cercare i motivi della sua sofferenza. Anche questo dovrebbe essere affrontato in una psicoterapia.
Per molte persone rendersi conto che il passato è passato e che ora possono trarre giovamento dal presente è di certo sollievo. Queste persone riescono a dirigere positivamente l’ attenzione alla loro vita, ad esempio diventando consapevoli che ora c’è la loro nuova famiglia, quella che loro stessi hanno creato e che non sono più in quella d’origine in cui hanno vissuto momenti dolorosi e di smarrimento. Concentrarsi sul presente, quando è possibile, quando non ci sono elementi perturbanti che portano la persona a rivivere continuamente episodi traumatici o fantasie traumatiche, dà un senso di giovamento e liberazione, di sollievo.
Proviamo allora a concentrarci su qualcosa che ci suscita sensazioni o emozioni positive rispetto al momento presente; può essere un odore particolare che stiamo sentendo in questo momento, oppure la sensazione del calore o del freddo a seconda di ciò che più ci piace, proviamo a concentrarci su ciò che trasmette piacere e ci fa stare bene. Non siamo costretti a fare necessariamente qualcosa che non vogliamo e nel momento in cui decidiamo di andare un po’ controcorrente non sentiamoci in colpa. Dovremmo provare ad abbandonare la paura del giudizio degli altri e vivere la nostra vita, le nostre scelte come autentiche perché nate dal desiderio e non tanto dal bisogno. Vedrete che riuscirete subito a cogliere dei benefici. Possiamo decidere di impegnarci a vivere il Natale a modo nostro, ora siamo adulti e possiamo sentirci liberi di fare esperienza della festa in modo diverso rispetto a quello in cui eravamo abituati da bambini. All’epoca non potevamo scegliere perché eravamo totalmente dipendenti dai nostri genitori. Ora possiamo decidere di scegliere e vivere certe usanze o ricorrenze in maniera completamente diversa in quanto adulti.
E visto che Natale è alle porte vi voglio lasciare un dono speciale, che, senza rendervene conto, è già custodito nella vostra anima, basta rispolverare per ritrovarlo. Quando siete un po’ giù di morale, quando vi sentite afflitti, quando l’ansia vi assale fermatevi, respirate e concentratevi un po’ sul vostro respiro; sentite l’aria fresca che entra dalle vostre narici e l’ossigeno che porta all’interno del vostro corpo; l’aria che vi calma e rinvigorisce tutte le vostre cellule. Mentre sostate ancora un pò sul vostro respiro non bloccate i pensieri che passano, lasciateli transitare e riportate l’attenzione dolcemente sul respiro. Ora ecco il vostro dono: pensate ad un luogo, una immagine o una persona, un odore, un suono, a voi particolarmente caro; un posto in cui solo voi potete andare e dove lì vi sentite totalmente al sicuro, dove potete sentirvi completamente bene e dove sapete che nulla di male potrebbe accadervi. Questo che state immaginando attraverso le mie parole è il vostro “Porto Sicuro” e lì potrete andare ogniqualvolta sentirete di averne bisogno.
T.I.